Ti è mai capitato di cestinare una pila perché non riesce più ad alimentare il dispositivo in cui è inserita, come il mouse wireless? In quel preciso momento la pila possiede ancora il 40% della sua energia, non più sufficiente per alimentare un dispositivo ad alto assorbimento energetico ma è ideale per tutti i dispositivi a basso assorbimento tipo: il telecomando un timer da cucina, l’orologio a muro, sveglia e radiosveglia.

Cambiare apparecchio è fondamentale ed indispensabile per lo smaltimento della pila perché per essere riciclata deve essere esausta. Questi piccoli oggetti sono ricchi di metalli come: Manganese, Nichel, Rame, Zinco, Cobalto, Cadmio, Piombo e Nichel.

In base alla combinazione di questi metalli si possono ottenere diversi tipi di pile, le più comuni ed utilizzate sono:

Zinco/Carbone: le più utilizzate quotidianamente per il loro basso costo più che per le prestazioni che offrono, il voltaggio e di 1.5V il loro punto debole è la perdita del 10/15% della loro energia per ogni anno di stoccaggio.

Alcalino/Manganese: simili alle prime per il voltaggio di 1.5V ma totalmente differenti per capacità, ben 3 volte superiore alle Zinco/Carbone, perdono solo il 5 / 7 % per ogni anno di stoccaggio.

Ossido di Argento: sono le pile a bottone che si trovano negli orologi da polso e calcolatrici. Le capacità sono simili alle Alcalino/Manganese, ma perdono pochissimo della loro carica per anno di stoccaggio.

Litio: le moderne pile ad alte prestazioni sia per capacità che per durata e perdono solo il 2% per anno di stoccaggio.

Tutte queste varietà si possono raggruppare in un’unica categoria: LE PILE PRIMARIE.

Le pile primarie non possono essere ricaricate perché gli agenti chimici caricati al loro interno, forniscono una reazione irreversibile. Proprio per la presenza di questi agenti chimici sarebbe buona norma smaltire le pile negli appositi punti di raccolta. Se dispersi nell’ambiente questi acidi causano gravi danni all’ecosistema.